Quando un elettrodomestico, acquistato da poco, si guasta e la riparazione non risolve il problema è obbligato a subire ulteriori interventi.
Ogni acquisto di un bene di consumo, come una lavatrice, un frigorifero o un altro elettrodomestico, è protetto dalla garanzia legale di conformità, sancita dal Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206, che dura due anni dalla data di consegna del prodotto. Durante questo periodo, il venditore è l’unico soggetto legalmente responsabile di qualsiasi difetto preesistente al momento dell’acquisto, indipendentemente dal fatto che si avvalga di centri di assistenza tecnica esterni.
La responsabilità del produttore o del centro assistenza è infatti secondaria: il consumatore deve rivolgersi sempre al venditore presso cui ha comprato il bene, sia esso un negozio fisico o un e-commerce. La Corte di Cassazione, con pronunce recenti e costanti (Provvedimenti n. 21452/2010 e n. 26435/2017), ha ribadito questo principio per tutelare efficacemente i consumatori.
Rimedi primari e condizioni inderogabili per la riparazione o sostituzione
Quando un elettrodomestico presenta un difetto coperto dalla garanzia, il Codice del consumo prevede due rimedi primari: la riparazione o la sostituzione del bene (art. 135-bis). Questi interventi devono essere effettuati senza alcun costo per il consumatore, entro un termine ragionevole e senza arrecare gravi disagi.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha indicato in passato come congruo un intervallo di 60-90 giorni per la conclusione degli interventi, mentre la tutela dell’utente impone che la mancanza dell’elettrodomestico non costituisca un disagio eccessivo, ad esempio non lasciando il cliente senza frigorifero per mesi.

Riparazione insufficiente: quando è possibile richiedere un nuovo intervento o soluzioni alternative? (www.gogomagazine.it)
Il punto nodale riguarda cosa succede se la prima riparazione non elimina il difetto o se, peggio, ne genera di nuovi. La normativa vigente è chiara: il consumatore non è tenuto a subire una serie infinita di riparazioni. Il fallimento del primo intervento rafforza i diritti dell’acquirente, che può scegliere tra opzioni più incisive.
Secondo l’articolo 135-bis del Codice del consumo, il consumatore può chiedere senza indugio la sostituzione del prodotto con uno nuovo, la riduzione del prezzo proporzionale al valore diminuito a causa del difetto, o addirittura la risoluzione del contratto con il rimborso totale, qualora il malfunzionamento persista. Questa impostazione è stata confermata anche da una sentenza della Corte di Cassazione del 7 febbraio 2022 (Cass. Civ. sez. II, n. 3695), che ha sottolineato come la persistenza di un difetto, anche se di lieve entità, non possa più essere considerata un fastidio trascurabile dopo inutili tentativi di riparazione.
Il venditore, pertanto, non può opporsi a tali richieste se non dimostrando che la sostituzione è impossibile o sproporzionatamente onerosa, circostanza spesso difficile da provare dopo un primo intervento inefficace.
Garanzia legale vs garanzia convenzionale: differenze sostanziali
Un’ulteriore distinzione importante riguarda la differenza tra garanzia legale e garanzia convenzionale o commerciale. La prima, obbligatoria e valida per due anni, è sempre a carico del venditore e non può essere limitata né sostituita da clausole contrattuali. La garanzia convenzionale, invece, è un’opzione aggiuntiva offerta spesso dal produttore (per esempio una garanzia estesa di cinque anni sul motore), che si somma alla garanzia legale senza limitarla.
In caso di riparazione mal eseguita, il punto di riferimento rimane sempre il venditore, a prescindere dalle condizioni della garanzia commerciale.
La Corte Suprema di Cassazione, con sede a Roma e guidata dal Primo Presidente Pasquale D’Ascola, rappresenta il tribunale di ultima istanza per questioni di diritto come quelle relative alla garanzia dei beni di consumo. Le sue sentenze orientano la giurisprudenza nazionale e assicurano un’applicazione uniforme della legge.
Gli interventi della Cassazione contribuiscono a rafforzare i diritti dei consumatori, garantendo che non debbano sopportare disagi eccessivi a causa di prodotti difettosi o assistenza inefficace. La Corte ha anche stabilito che non è necessario attendere numerose riparazioni per attivare rimedi più incisivi, riconoscendo così una tutela più tempestiva e concreta.
In definitiva, l’aggiornamento normativo e giurisprudenziale conferma la posizione di forza del consumatore in caso di elettrodomestico riparato male: non solo ha diritto a un nuovo intervento gratuito, ma può anche pretendere la sostituzione o il rimborso, evitando di essere intrappolato in una lunga e frustrante trafila di riparazioni senza fine.

La garanzia legale di conformità e la responsabilità del venditore(www.gogomagazine.it)






