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Così ho riconosciuto un narcisista ancora prima di conoscerlo: i segnali inconfondibili (da cui scappare)

NarcisistaCosì ho riconosciuto un narcisista ancora prima di conoscerlo: i segnali inconfondibili (da cui scappare) - gogomagazine.it

Chi si relaziona con un narcisista rischia di cadere in dinamiche manipolative che minano autostima, relazioni e stabilità lavorativa

Il narcisismo può entrare nella nostra vita in modi inattesi, indossando volti familiari, affascinanti o addirittura premurosi. A volte è il partner che all’inizio sembra perfetto, altre volte è un collega brillante che sa come farsi notare. Ma dietro certe maschere può celarsi una personalità incline al controllo, alla manipolazione, all’abuso psicologico sottile. Ecco perché saper riconoscere i segnali è il primo passo per proteggersi.

Il narcisismo relazionale: dal fascino al controllo invisibile

Quando si ha a che fare con un narcisista, soprattutto in un contesto affettivo, la relazione tende presto a sbilanciarsi. I primi segnali possono sembrare trascurabili: conversazioni dominate da racconti su se stessi, bisogno continuo di attenzione, incapacità di ascoltare veramente l’altro. Ma col tempo questi comportamenti si intensificano, diventando parte di una strategia più ampia di controllo e svalutazione. La persona empatica – spesso la “preda” ideale – viene attratta dal carisma iniziale, confusa dall’alternanza tra seduzione e freddezza, e finisce per dubitare delle proprie percezioni.

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Il narcisismo relazionale: dal fascino al controllo invisibile – gogomagazine.it

Questo schema, noto anche come love bombing seguito da distacco emotivo, è tipico delle relazioni con narcisisti patologici. Spesso non si arriva subito alla consapevolezza di essere dentro una dinamica tossica, perché il narcisista sa mimare i gesti d’affetto, sa quando dire le parole giuste, e soprattutto non accetta mai le critiche, invertendo la responsabilità e facendo sentire l’altro “sbagliato”. In alcuni casi, può anche mentire sistematicamente per mantenere il controllo e garantirsi ammirazione, anche a costo di ferire. Per affrontare questi legami serve forza, ma soprattutto chiarezza: imparare a mettere confini netti, non cedere ai sensi di colpa e se serve allontanarsi, anche fisicamente.

Il narcisista sul lavoro: dinamiche sottili che rovinano l’ambiente

Il narcisismo non si limita alla sfera privata: può manifestarsi in modo insidioso anche sul posto di lavoro, contribuendo a creare un ambiente stressante, competitivo in senso distruttivo, e a volte apertamente tossico. Un collega narcisista – o peggio ancora un superiore – tende a volere il controllo totale, anche quando non ha le competenze per esercitarlo. Non ammette errori, non tollera critiche, e cerca in ogni modo di far emergere il proprio valore agli occhi degli altri, spesso a discapito del lavoro di squadra.

In queste dinamiche, chi cerca di fare il proprio dovere con correttezza può ritrovarsi ostacolato, messo in ombra o persino accusato ingiustamente. Il narcisista lavorativo è spesso un abile manipolatore, capace di distorcere i fatti, prendersi meriti non suoi e attribuire ad altri le colpe dei propri fallimenti. In pubblico appare brillante, energico, determinato. Ma dietro le quinte agisce con cinismo, mettendo sotto pressione i colleghi più sensibili o meno inclini allo scontro.

Per tutelarsi, è importante mantenere autocontrollo, documentare comportamenti ricorrenti, e – se possibile – affidarsi a figure autorevoli per segnalare situazioni problematiche. Anche in questo contesto, riconoscere i segnali e stabilire confini è la chiave per non farsi travolgere. Non sempre è possibile cambiare l’ambiente, ma si può lavorare per proteggere il proprio spazio mentale, evitando di interiorizzare frasi tossiche o dinamiche manipolative. Rendersi conto di ciò che accade, chiamare le cose col proprio nome, è spesso l’unico modo per uscirne.

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