Serie TV

The Walking Dead 8×08: Deludente Mid-Season Finale – Recensione

L’ottava puntata di “The Walking Dead”. L’agognato, l’attesissimo, caricato a mille Mid-Season Finale. Perché ora si dovrà aspettare febbraio. Perché ci si aspettava un colpo di scena. E allora le aspettative erano alte. Doveva essere un puntatone. Con il botto. E per carità il botto c’è stato. Ma questa scelta del Mid-Season Finale era così necessaria?

Lenta, inesorabilmente lenta. Non che le altre puntate fossero veloci. Per carità. Ma erano costruite per esserlo. Erano una sorta di monografia, l’approfondimento di un personaggio, il suo carattere, le sue prove, i suoi dubbi, le sue debolezze: azione poca o nulla a favore di raffinate introspezioni psicologiche. Una cosa a cui Kirkman ci ha abituato e che devo dire, almeno per me, narrativamente funziona e stimola la riflessione. La scorsa, per esempio, abbiamo avuto un focus illuminante su Eugene.

Ieri, invece, non c’era nessuna necessità. Tutto trascinato per un’unica scena – ma che dico – un’unica inquadratura. E per creare ancor di più suspence, perché tutti sapevano – era trapelato e hanno voluto che trapelasse – che sarebbe successo qualcosa di grosso, la puntata è durata addirittura più del solito. I dialoghi sono diventati pesanti e stucchevoli, carichi di un’enfasi estrema che se limitata a poche scene o pochi momenti può funzionare, ma trascinata per 63 minuti è decisamente troppo e controproducente. E il continuo alternarsi delle vicende tra Alexandria, Hiltop e Il Regno ha contribuito ad alimentare la pesantezza narrativa. Le storie si intrecciano e lo spettatore aspetta il colpo di scena. Pensa che riguardi ora il Re, ora Maggie, ora Michonne, ora Carl. Questa la trovata narrativa, ma che non paga… alla lunga.

C’è stato solo un momento che sembrava prendere una piega diversa. Quando Carl parla con Negan. Lì il dialogo cattura, intriga. Carl che decide di sacrificarsi. È disposto a morire purché la guerra abbia fine. E se anche, forse, era sincero, è tutto calcolato per consentire agli altri di fuggire. E così si allunga di nuovo l’attesa.

Forse sarebbe stato meglio non avere questo Mid-Season Finale. Forse sarebbe stato meglio avere un’altra puntata focus, magari su Carl, approfondire di più il suo personaggio e lunedì prossimo avere la possibilità di vedere la nona puntata.

Comunque, poi, il colpo di scena c’è stato ed è stato forte… e tutti, a febbraio, saremmo incollati davanti alla TV aspettando di vedere cosa Kirkman ha tenuto in serbo per noi.

Francesco Nespoli

Formazione prettamente umanistica: dalla triennale in Lettere a Torino alla magistrale in Editoria e giornalismo a Roma. Appassionato di scrittura e cultura... e oramai da anni invischiato nel mondo delle serie tv.

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