Le dash cam, sempre più presenti sulle auto italiane, possono essere decisive per chiarire la dinamica di un incidente se usate nel rispetto delle norme su privacy e dati.
Le dash cam, sempre più diffuse tra gli automobilisti italiani, continuano a suscitare interesse per il loro ruolo cruciale nella sicurezza stradale e nella gestione dei sinistri. Questi dispositivi, posizionati sul parabrezza o sul cruscotto, registrano costantemente quanto accade davanti al veicolo, rappresentando un prezioso “testimone silenzioso” in caso di incidenti o contestazioni di multe. Tuttavia, il valore probatorio dei video e le condizioni d’uso legali sono soggetti a precise normative che tutelano sia il diritto alla difesa che la privacy.
La legalità dell’installazione e l’uso delle dash cam
L’installazione di una dash cam in auto è perfettamente legale, purché rispetti le disposizioni del GDPR in materia di protezione dei dati personali. Non esiste una normativa specifica dedicata alle dash cam, ma la legge considera la registrazione di immagini di persone e targhe come un trattamento di dati sensibili. La base giuridica che consente questa pratica è il legittimo interesse dell’automobilista a tutelare sé stesso e il proprio veicolo, soprattutto per raccogliere prove in caso di controversie, come confermato dalla sentenza della Corte di Cassazione Civile n. 7289 del 19 marzo 2024.
Per essere conformi alla legge, l’uso della dash cam deve rispettare alcuni principi fondamentali:
- Finalità limitata: la telecamera deve essere utilizzata esclusivamente per documentare eventi straordinari come incidenti o illeciti subiti, evitando di trasformarsi in uno strumento di sorveglianza continua di altri automobilisti o della vita privata altrui.
- Minimizzazione dei dati: l’angolo di ripresa deve concentrarsi sulla carreggiata, evitando di includere marciapiedi, abitazioni private o volti di passanti. È consigliata la registrazione in loop, che sovrascrive automaticamente i filmati più vecchi, conservando solo quelli legati a eventi anomali come urti o frenate brusche.
- Conservazione breve: i video in assenza di eventi rilevanti devono essere cancellati entro poche ore o al massimo qualche giorno.
Un utilizzo corretto della dash cam, che rispetti queste regole, garantisce la legalità della registrazione e tutela sia l’automobilista sia la privacy altrui.

Come usare la dashcam – Gogomagazine.it
L’uso delle riprese delle dash cam come prova legale è previsto dal Codice Civile, che considera tali registrazioni come “riproduzioni meccaniche” aventi pieno valore probatorio, salvo contestazioni sulla loro autenticità da parte dell’amministrazione sanzionatrice (art. 2712 c.c.). Ciò significa che i video possono essere presentati come prova documentale nell’ambito di un ricorso al Giudice di Pace, il magistrato onorario competente per controversie di modesta entità, comprese le opposizioni a sanzioni amministrative.
L’efficacia delle riprese dipende dal tipo di violazione contestata:
- Le dash cam sono particolarmente utili per contestare infrazioni soggettive, come un passaggio con il semaforo rosso o l’uso improprio del cellulare. Un video chiaro può dimostrare, ad esempio, che il semaforo era ancora giallo o che il telefono era utilizzato in vivavoce.
- Al contrario, non possono smentire rilevazioni di strumenti ufficiali e tarati come gli autovelox, la cui misurazione ha validità legale riconosciuta e non viene messa in discussione dai filmati amatoriali (Tribunale di Roma, sentenza n. 18508 del 14 dicembre 2023).
Nel caso di incidenti, la dash cam ha un ruolo ancora più rilevante. La legge prevede infatti una presunzione di concorso di colpa al 50% tra i conducenti coinvolti in uno scontro in assenza di prove certe (art. 2054 c.c.). Un video nitido che riprende la dinamica dell’incidente può ribaltare questa presunzione, attribuendo la responsabilità esclusiva alla controparte e favorendo un risarcimento pieno e la tutela della classe di merito assicurativa.

La dashcam serve davvero? -Gogomagazine.it










