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Truffa telefonica con intelligenza artificiale: non pronunciare mai questa frase e questa parola

Le tecniche di frode si sono evolute, sfruttando algoritmi avanzati per manipolare la voce delle vittime e ottenere illegalmenteL’inganno digitale (www.gogomagazine.it)

Nel panorama delle truffe telefoniche, l’adozione dell’intelligenza artificiale da parte dei cybercriminali rappresenta una nuova frontiera.

Le tecniche di frode si sono evolute, sfruttando algoritmi avanzati per manipolare la voce delle vittime e ottenere illegalmente consensi che si traducono in contratti validi.

La presidente di Federconsumatori Toscana, Laura Grandi, esperta riconosciuta nel settore della tutela dei consumatori, rimarca l’urgenza di adottare misure di prevenzione più efficaci per contrastare queste nuove modalità di raggiro.

Come l’intelligenza artificiale altera le voci

Secondo Laura Grandi, uno dei problemi più insidiosi delle truffe telefoniche attuali è la capacità dell’intelligenza artificiale di modificare il tono e il timbro delle voci per far pronunciare alle vittime frasi mai realmente espresse. “Con l’AI riescono ad alterare tono e timbro della voce per far pronunciare alla vittima frasi o parole che in realtà non ha mai detto ma rendendo, di fatto, il contratto valido”, spiega Grandi. Questo significa che un semplice “sì” pronunciato, anche senza una vera conferma, può essere utilizzato per validare accordi truffaldini senza che la persona lo abbia effettivamente autorizzato.

Queste tecniche innovative hanno reso obsolete le tradizionali precauzioni: la truffa non si consuma più durante la chiamata stessa ma si basa su registrazioni e manipolazioni successive. I consumatori sono quindi esposti a un rischio elevato, specie quando rispondono in modo distratto o accondiscendente a interlocutori apparentemente legittimi.

Le tecniche di frode si sono evolute, sfruttando algoritmi avanzati per manipolare la voce delle vittime e ottenere illegalmente

Le raccomandazioni di Federconsumatori per difendersi(www.gogomagazine.it)

Per contrastare efficacemente questa minaccia, Laura Grandi ribadisce un messaggio semplice ma cruciale: mai dire “sì” durante una chiamata telefonica sospetta. “Il consiglio che diamo sempre è quello di non dire mai ‘sì’ durante la conversazione”, dichiara la presidente di Federconsumatori Toscana. Inoltre, invita i cittadini a “avere il coraggio di essere scortesi”, ovvero a interrompere immediatamente la comunicazione non appena si percepisce una proposta commerciale non richiesta.

Federconsumatori segnala soprattutto la diffusione di truffe che coinvolgono call center, che contattano i consumatori da numeri sconosciuti offrendo contratti vantaggiosi per forniture di luce e gas. In molti casi, gli operatori chiedono di registrare la chiamata per far firmare digitalmente condizioni contrattuali ingannevoli. Grandi consiglia una risposta cauta e precisa in casi di conferma dell’identità: “Se proprio volete confermare la vostra identità, nel momento in cui vi si chiede se siete il signor Ferrari, un semplice: ‘Sono io’ vi eviterà problemi”.

Una parola d’ordine per proteggersi dalle imitazioni vocali

A livello internazionale, il tema delle truffe telefoniche legate all’intelligenza artificiale ha spinto esperti e testate come il The Wall Street Journal a suggerire strategie pratiche per difendersi, in particolare l’adozione di una parola d’ordine segreta riservata esclusivamente ai familiari.

Questa parola o frase, scelta tra i membri più stretti della famiglia e condivisa solo in modo riservato, diventa un’arma di difesa fondamentale contro l’imitazione vocale. I truffatori, infatti, potrebbero utilizzare l’AI per riprodurre la voce di un parente, ma non potranno conoscere questa parola chiave, che deve essere semplice da ricordare ma difficile da scoprire online o tramite social network. Si sconsiglia di utilizzare nomi comuni, indirizzi o riferimenti facilmente reperibili su internet, preferendo invece aneddoti privati o espressioni insolite.

È importante custodire con attenzione la parola d’ordine, evitando di scriverla in posti visibili come il frigorifero o condividerla con persone al di fuori del nucleo familiare. Alcune famiglie adottano anche una “domanda in codice” come secondo livello di sicurezza, in modo da poter autenticare la chiamata in modo ancora più efficace.

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