Nel cuore delle Alpi piemontesi, immerso nella Valle Cannobina, si nasconde un borgo che racconta una storia unica e affascinante.
Questo piccolo comune di appena 167 abitanti, che si estende su una superficie di 13,29 km² a 812 metri di altitudine, mantiene viva una leggenda che affonda le radici nella storia europea del Cinquecento e che ancora oggi permea l’identità culturale e architettonica del paese.
Secondo la tradizione locale, dopo la sconfitta francese nella battaglia di Pavia del 1525, numerosi soldati scozzesi, mercenari al servizio di Francesco I di Francia, furono costretti a fermarsi nella Valle Cannobina a causa dell’inverno rigido e della neve. Ammaliati dalla somiglianza del paesaggio con le Highlands scozzesi, decisero di stabilirsi definitivamente in questo angolo di Piemonte, dando vita a una comunità che oggi conserva molte tracce di quell’eredità.
Tra le peculiarità di Gurro vi sono infatti cognomi dal suono gaelico come Pattriti (da Fitzpatrick), Donaldi (da MacDonald) e Gibi (da Gibb), e un dialetto locale che contiene oltre 800 parole di origine gaelica, un dato confermato da studi condotti dall’Università di Zurigo. La struttura urbanistica e architettonica del borgo testimonia questo legame: le case in pietra e legno scuro, i tetti in piode e le travi esterne a croce di Sant’Andrea, tipiche della tradizione scozzese, si integrano perfettamente con l’ambiente alpino circostante.
Dal 1973, grazie alla ricerca e all’intervento del controverso antropologo scozzese Robert Gayre, Gurro è ufficialmente riconosciuta come appartenente al Clan Gayre, con il dono del kilt verde e della sporran originale conservati nel Museo Etnografico di Gurro e della Valle Cannobina, un luogo fondamentale per comprendere la civiltà contadina e le tradizioni locali.
Un borgo da scoprire: itinerari, musei e natura
Visitare Gurro significa immergersi in un’atmosfera sospesa nel tempo. I vicoli stretti, tortuosi e costellati di archi e scalinate, conducono a scorci di incredibile autenticità, dove il silenzio è rotto solo dal rumore delle foglie e dallo scorrere dei ruscelli. La nebbia autunnale avvolge spesso il borgo, soprattutto nel mese di novembre, esaltando il fascino quasi medievale di questo piccolo angolo di Piemonte.
Tra le tappe imprescindibili c’è il Museo Etnografico, che custodisce attrezzi tradizionali, costumi e pannelli che raccontano la celebre “pista scozzese”, un percorso che narra la storia dei soldati e dei loro discendenti. La chiesetta parrocchiale della Natività di Maria Vergine, consacrata nel 1356 e ricostruita nel 1747, offre un interno essenziale e raccolto, perfetto per respirare l’atmosfera antica del luogo.
I mulini e i lavatoi, disseminati lungo piccoli sentieri, sono tappe ideali per pause fotografiche, mentre i tracciati CAI che partono dal paese conducono verso alpeggi e belvedere, tra castagneti e mulattiere storiche. L’anello tra Cursolo, Orasso e Falmenta è particolarmente apprezzato per la sua varietà paesaggistica e la ricchezza della flora autunnale.
Per un’esperienza più ampia, a pochi chilometri si trovano la suggestiva Cannobio, con la sua splendida passeggiata lungolago sul Lago Maggiore, e l’orrido di Sant’Anna, una gola spettacolare a ridosso del confine svizzero. Qui il connubio tra montagna e lago regala scorci unici in ogni stagione.

Novembre: il mese ideale per scoprire Gurro (www.gogomagazine.it)
Il periodo autunnale, soprattutto novembre, è il momento migliore per visitare Gurro. Le temperature medie oscillano tra 3 e 10 gradi, con possibili nevicate in quota che colorano il paesaggio di bianco, rendendolo quasi fiabesco. Le tonalità calde di faggi, castagni e larici, unite alla frequente nebbia, richiamano le atmosfere delle Highlands, accentuando la suggestione del luogo.
Il borgo, in bassa stagione, si gode in totale tranquillità, senza folla, con il solo accompagnamento del crepitio delle foglie e dell’odore della legna nei camini. La luce morbida del mattino presto o del tardo pomeriggio è perfetta per gli appassionati di fotografia.
La cucina locale propone sapori genuini e robusti: la polenta concia filante, zuppe di castagne e funghi, formaggi di alpeggio come il tomino e il miele scuro sono il conforto ideale dopo una camminata tra boschi e sentieri.
Per affrontare al meglio l’esperienza in montagna, è consigliato portare scarponcini con grip e un impermeabile leggero, vestirsi a strati con pile caldo e guscio antivento, avere una torcia per i rientri al buio e contanti, dato che i POS non sono sempre disponibili nella valle.

Gurro, la “piccola Scozia” tra leggende e tradizioni(www.gogomagazine.it)






